La notizia è rimbalzata su Facebook rapidissima, più rapida di noi che eravamo lì in grotta a Pozzo Miesole. Ebbene si a Pozzo Miesole , è stata individuata un’altra possibile prosecuzione della grotta. Ad individuarla sempre lui Paolo Forconi (GSS) che non più tardi di due anni fa, con un intuito eccezionale seguendo degli indizi che erano sfuggiti a generazioni di speleologi che hanno per decenni frequentato la grotta, individua e scopre dei nuovi rami (vedi articolo pozzo-miesole-i-nuovi-rami). A distanza di due anni e dopo avere scoperto pure altre grotte, ritorna al Miesole e nuovamente individua un passaggio che soffia aria e li, con l’aiuto degli amici del GSS , inizia a scavare. Il resto della storia ce lo descrive la speleo Clarice in una simpatica relazione dell’uscita e ci ricorda di come la grotta certe volte sa premiare gli speleologi più audaci e visionari.
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Diario del GSS Pozzo Miesole 27 novembre 2011
Appuntamento come sempre alle prime luci dell’alba di una bellissima mattina di novmbre…10.00 10.30!
Io, Paolo, Umberto, Simona e Bibbo dopo varie ed adeguate colazioni di accingiamo ad entrare a Pozzo Miesole.
Paolo e Bibbo entrano per primi, scendono il pozzo, si coprono e si intrufolano negli scivoli di fango fino ad arrivare all’ultima sala per ultimare i lavori di disostruzione in modo che possa passare oltre.
Io e Simona scendiamo subito dopo di loro, con più calma e prendendo qualche punto di rilievo per capire la direzione della grotta e tracciare una piccola poligonale. E’ stato davvero piacevole fermarsi appollaiate negli scivoli di fango per prendere qualche punto!
Per ultimo è sceso Umberto, il bradipo, con i suoi tempi…
Ci ha raggiunto che eravamo già all’ultima sale e stavamo facendo delle riprese e ormai io già passavo nella strettoia.
Entro per prima, come sempre l’emozione di calcare i primi passi in un luogo mai violato è sempre mi fa tremare. Entro di piedi, dietro di me sento una parete, metto giù le gambe, sono nel vuoto, ok ragioniamo, la parete alle mie spalle è vicina, devo solo trovare degli appigli per i piedi. Trovati!
Mi guardo intorno, è una frattura alla mia sinistra ci sono i massi di crollo della frana della sala di sopra, alla mia destra la parete della frattura con colata di concrezione, non scendo ancora, mi volto dall’altra parte, dove da sopra pensavamo ci fosse la prosecuzione, c’è un cunicolo, ma è stretto, però c’è aria. Descrivo il piccolo ambiente agli altri che sono di sopra, la spaccatura sarà lunga poco più di 3 metri e larga dai 50 cm a 1 metro circa, ma è comoda ci si muove bene.
Finalmente scendo al fondo, ci sono i detriti della nostra disostruzione ma ci sono un paio di passaggi interessanti da valutare. Il primo proprio sul fondo, una fessura molto stretta ma dalla quale viene aria, la seconda mezzo metro più in alto, abbastanza stretta, proprio sulla parete. E’ il momento di farmi raggiungere dagli altri, Umberto passa senza difficoltà, porta la sua macchinetta per scattare qualche foto da far vedere a Paolo e Bibbo che ancora non riescono a passare, poi scende anche Simona, e porta con se la videocamera, così da raccogliere le nostre prime impressioni e portare fuori le prime immagini.
Restiamo solo io e Umberto, lanciamo un sasso nella fessura più in alto, primo rimbalzo, secondo rimbalzo, poi tocca terra. Forse si sente un bell’ambiente dall’altra parte e va verso la stessa direzione del passaggio in alto che avevo visto poco prima.
Ci infilo la testa, non c’entra, tolgo il casco mi affaccio e vedo buio…bello quando si vede il buio oltre!
Decidiamo di farci passare gli attrezzi per disostruire e iniziamo i lavori, in poco tempo la fessura si allarga e l’aria aumenta, ora riesco a infilarci anche un braccio con la macchinetta fotografica per cercare di vedere oltre. Si vede che dal tetto della sala scendono delle stalattiti e poi ancora buio. E’ ancora troppo stretto, meglio farci passare degli attrezzi per disostruire meglio. Ne mettiamo 3 e tutti fanno il loro lavoro, poi qualche piccola rifinitura con mazzetta e scalpello. Ora passo abbastanza bene, infilo braccio spalla e testa. Vedo una sala, ampia, mi ricorda quella di sopra, la parte dove c’è il lago fossile, concrezionata, non riesco a girarmi nel buco e l’illuminazione è scarsa quindi non ho una visione d’insieme. L’aria è notevolmente aumentata, anche Paolo sopra sente la variazione di temperatura.
Decidiamo di uscire, per oggi basta, la nuova scoperta non va presa tutta insieme, è bello assaporarla gradualmente, sbirciarla passo dopo passo, è qualcosa che va condiviso insieme agli amici di esplorazione, che con la stessa nostra passione e duro lavoro ci hanno permesso di arrivare dove siamo.
Pozzo Miesole si accorge delle attenzioni che gli stiamo dando, voleva essere sentito e percepito e noi ci siamo riusciti, e lui ci premia permettendoci di andare avanti.