Siamo appena rientrati dalle Alpi Apuane, dove abbiamo partecipato alla prima giornata della campagna di rilievo della grotta del Corchia, organizzata dalla Federazione Speleologica Toscana che si è svolta nelle giornate dell’11 e 12 dicembre.
Lo scopo principale di questo ciclopico lavoro che è appena iniziato, è stato quello di aggiornanare la topografia di questo imponente sistema carsico che con i suoi 53 km è il più esteso d’Italia.
Il rilievo riguardava alcune parti mancanti e la verifica di alcune parti rilevate in passato, ma che presentano incongruenze topologiche, come i rami dei Fiorentini una parte del Farolfi e ancora alcuni rami importanti del Fighiera e i rami Prelovsek, zona fondo e tante altre.
Tanti, tantissimi speleologi si sono dati appuntamento a Levigliani all’ormai celebre Locanda Vallechiara, dove il preparatissimo Leonardo Piccini e Bruno Steinberg hanno coordinato le operazioni di assegnazione delle zone da rilevare.
Sono state organizzate numerose squadre che iniziando dalla notte di Sabato, si sono addentrate nel complesso carsico più esteso d’Italia.
Il sottoscritto e Simona Menegon di Culture Sotterranee eravamo in squadra insieme al bravo Andrea Orazietti (CS Speolo di Fucecchio (FI) che conosceva la zona molto bene e a una presenza inaspettata per noi ma non per il Corchia: Giovanni Badino.
La zona assegnata per il rilievo era il ramo che conduce al fondo del Corchia.
Mentre noi stavamo svolgendo le operazioni di rilievo Giovanni Badino è andato sul fondo a rilevare le temperature al lago-sifone.
Per il rilievo della zona a noi assegnata, abbiamo usato il DistoX abbinato ad un PC palmare con PocketTopo integrato.
L’uso combinato di questi strumenti ci ha permesso di effettuare il rilevo molto dettagliato e veloce e sopratutto di uscire dalla grotta con il risultato delle battute già disegnato e pronto per la stampa.
Durante l’uscita c’è stato un fuori programma, un falso allarme di incidente in grotta aveva provocato una grande agitazione all’esterno, il Soccorso Spelelogico Toscano è stato allertato ed ha mandato alcune squadre all’interno per avvisare i gruppi che stavano lavorando ai rilievi, invitandoli ad uscire solo per rassicurare le famiglie dal momento che potevano essere state allarmate dalle notizie nel frattempo sono stete diffuse dai mezzi di informazione.
Tutto comunque è andato bene.
Questo non è stato che l’inizio di un lavoro che proseguirà nei prossimi mesi per aggiungere altri pezzi mancanti alla conoscenza e la comprensione dei segreti che ancora racchiude il monte Corchia.
Ringraziamo la Federazione Speleologica Toscana che ci ha dato la possibilità di lavorare a questo importante progetto e l’ottima organizzazione resa possibile dai coordinatori del progetto.
A breve pubblicheremo foto e filmati della giornata.
Nota: Durante la cena del Sabato non è mancata l’occasione di ricordare i nove speleo scomparsi 20 anni or sono nella valle della Chiusetta travolti da una valanga di neve dopo l’uscita da una grotta sul Marguareis.
Un brindisi in piedi e un pò di silenzio per loro e per il nostro ricordo.